La scrittura di un oroscopo è un problema molto interessante sia da un punto di vista matematico (lo studio del moto dei pianeti costringe a lavorare con due sistemi di riferimento), sia da un punto di vista fisico (le leggi di Newton vanno corrette con perturbazioni, precessioni, ecc.), sia, infine, da un punto di vista informatico (si tratta di tradurre in algoritmi fuzzy le indicazioni spesso confuse e poco lineari degli effetti degli astri sugli uomini). Sebbene il calcolo delle posizioni degli astri sia fatto con buona approssimazione e nel tradurre le indicazioni astrologiche si sia ricorsi, per quanto possibile, ad onestà intellettuale, raccomandiamo a tutti di vedere questa pagina come un gioco. Invitiamo chi si accostasse con intenti diversi a leggere la famosissima ode di Orazio (Odi, I-11) di cui qui riportiamo alcuni versi tradotti molto liberamente.
Tu ne quaesieris (scire nefas) quem mihi, quem tibi finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios temptaris numeros. | Non cercare di conoscere, anima candida, quale destino gli dei ci abbiano riservato: non è lecito saperlo! E non mettere alla prova gli oroscopi. |
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carpe diem, quam minmum credula postero. | Cogli il momento presente senza porre troppa fiducia nel giorno che verrà. |
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